Biografia
Sono nato e vissuto fino a 19 anni sul Gargano, tra il mare e la Laguna di Varano, posti affollati d’estate ma poco frequentati ed affascinanti nella loro solitudine durante la stagione non turistica. Vivere a contatto con la natura di questi luoghi ha influenzato successivamente il mio percorso di studi.
Ho preso infatti una laurea in Biologia e un Phd in Biochimica. In seguito ho intrapreso la carriera accademica di ricercatore, mentalità, quella del ricercatore, che ha influenzato non poco il mio modo di fare fotografia.
Sulla soglia dei quarant’anni ho virato sull’insegnamento nelle scuole dell’obbligo. Questo mi ha pian piano coinvolto dal punto di vista sociale. Il rapporto con le menti non ancora contaminate mi ha spinto ad una ricerca interiore più profonda.
L’interesse per la fotografia si presenta subito. Ricordo infatti la magia dell’immagine che si formava sulle polaroid scattate dai miei genitori.
Durante l’adolescenza, frequentando il fotografo del paese, ho potuto imparare i primi rudimenti di composizione dell’immagine. In seguito ho seguito un corso di fotografia e, con mia gran soddisfazione, ho potuto vedere una mia foto esposta ad una mostra collettiva nella scuola che frequentavo.
Durante gli anni universitari ho comprato la mia prima reflex e fotografato più che potevo.
L’avvento del digitale mi ha portato a qualche anno di pausa e disinteresse, in seguito mi sono approcciato ad una reflex digitale che mi permettesse di conservare memoria delle mie figlie che crescevano.
Nel 2019 con la pandemia ho avuto modo di riprendere a fotografare con continuità. Apprendere come postprodurre ha ridato nuovo interesse e linfa alla mia passione.
Non amo scrivere ma mi piace raccontare storie ed esprimermi con le immagini. Fotograficamente mi sono più volte definito un “cacciavitaro”, termine usato dai fisici teorici per definire i fisici sperimentali: mi piace giungere empiricamente a nuove soluzioni nella composizione e ricercare effetti con espedienti come movimenti e autocostruzioni, ad esempio tappi pinhole e manomissioni dei filtri degli obiettivi.
Quando fotografo non intendo mostrare il mondo così com’è ma filtrarlo attraverso la mia coscienza, la mia introspezione e la ricerca. La macchina fotografica è diventata il mio terzo occhio che mi consente di guardare dentro me stesso ed allo stesso tempo di scoprire nuovi mondi